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Il faro innamorato


06-griglie
C’era una volta un Faro speciale
sapete perché? Non era normale!
Snello nel corpo, bianco il colore
la sua luce abbagliava bambini e signore …
Questa sua storia non par cosa vera
dovete sapere che prima non c’era,
apparve un bel giorno in casa di Lia
come se fosse quasi magia!
Lia è una gattina che ama giocare
correre, ridere e fantasticare
così un bel mattino si mise d’impegno
e in un batter di baffi ne ebbe l’ingegno.
“E tu chi saresti piccolo amico
se non me lo dici un poco fatico?”
… la testa di un gatto, dovete sapere
è come una giostra che non può tacere,
adesso la storia acquista colore
narriamo del Faro e il suo grande amore!
“Nel mondo la gente mi chiama Faro
e faccio una rima se dico caro,
però devo dirti con cuore deluso
che qui nella testa mi sento confuso.
Tu sei un gattino e fai il tuo verso
dagli altri animali ti rende diverso,
ma insomma io invece non ho ben capito
non faccio miao e nemmeno un ruggito
a cosa servo che cosa so fare …
dolce gattina mi puoi aiutare?”
Lia la gattina dal pelo spumoso
disse: “Oh perbacco che amico curioso!”
così pensò bene di fargli un servizio,
ma dapprima serviva trovare un indizio.
“Allora vediamo che cosa sai fare,
miao partiamo da un verso, tu prova ad urlare”.
Il Faro si prese un pò di coraggio
perché finalmente vedeva un miraggio.
“Raaaauuuuuu” gli uscì un po’ di getto
e Lia scoppiò a ridere senza rispetto.
“E no non ci siamo, il verso non vale
possiamo ben dirlo, non sei un animale.
Proviamo con altro, mmm fammi pensare …”
Lia prese una radio e lo fece ballare.
“Magari scopriamo che sei un ballerino
sai quella specie che muove il bacino?
A volte li guardo e sembrano umani
ne ho visto uno proprio stamani!”
A ritmo di musica il faro danzò
possiamo ben dirlo, assai si gasò!
“Lia guarda non sono perfetto?”
ballava fiero senza un difetto.
“Oh che disastro, che confusione
mi sembri più adatto per l’animazione”.
Chiamò quattro mici tra i più tristi al mondo
e al faro gli mise un bel naso rotondo,
rosso il colore e viso truccato:
“Il ruolo da clown mi sembra appropriato!”
Pernacchie, occhiolini e sbrodolature
faceva le facce e tante posture.
Cascava si alzava, un urlo lanciava
saltava fischiava e poi si sbavava.
“Oddio che orrore” gli dissero i mici
non eran per niente contenti e felici!
“Eh qui non ci siamo dobbiamo cambiare,
vieni con me, andiamo un po’ al mare”.
Il faro che mai aveva visto il mondo
appena ne vide azzurro lo sfondo
sentì dentro al cuore qualcosa di strano:
“Mi sa cara Lia che forse ci siamo!”
Seduti davanti al mare sereno
Lia gli spiegò che di vita ne è pieno.
“Ci trovi le specie più strane e più belle
magari laggiù troverai proprio quelle,
quelle che fanno al caso nostro
perché tu di certo non sei neanche un mostro”.
Il faro in silenzio indossò un costumino
che Lia prese in prestito da un amico bagnino,
braccioli tubo e mascherina
gli mise in mano pure una bandierina!
“Lia tu non pensi che così sia un po’ buffo?”
“Ma smettila Faro, dai fai un bel tuffo!”
Bambini se siete qui ad ascoltare
e questo amico vogliamo aiutare
facciamo una conta e chiudiamo il nasino:
Uno due e tre basta solo un saltino.
Faro nuotava con fare impacciato
Lia lo incitava a prendere fiato,
schizzi di acqua e tuffi a palla
i pesci salirono un pò tutti a galla!!!!!
“Che sta succedendo chi è che disturba?”
Disse a gran voce la sogliola furba.
Lia che già si leccava i baffetti
parlò del suo amico e disse pure i difetti!
Sogliola indisse una riunione
ne prese parte pure Tritone,
l’amico Faro andava aiutato
e questo alla fine fu il risultato.
“Lasciati andare alle onde del mare
chiudi i tuoi occhi, basta ascoltare”.
Prima di farlo guardò bene Lia
“Addio dolce micia amica mia!”
Poi chiuse gli occhi e sentì quell’odore
l’odore del mare in tutto splendore …
prese a nuotare con fare sicuro
sognava adesso il suo vero futuro.
Nuotò per giorni fluttuando nel mare
da tanti amici si fece aiutare
a nessuno di loro però somigliava
così pensò che forse Lia si sbagliava.
Una mattina di sole raggiante
quando le forze non eran più tante,
sentì una voce che urlava di getto …
“Ehi tu chi sei? mi hai preso di petto”!
Faro aprì gli occhi guardandosi intorno
fuori dal mare era già giorno.
“Ahi che dolore, non mi ero accorto
ho preso una botta e son tutto storto”.
“Porta rispetto a chi ha gran valore
non sai la mia storia, non sai il mio dolore!”
“Beh lei ha ragione, mi chiamo Faro
ed il mio nome fa rima con caro.
Nuoto da giorni cercando qualcuno
chi sono? a che servo? non lo sa nessuno …
ma ora che parlo con lei, d’improvviso,
mi viene da farle … un gesto e un sorriso,
forse son giunto a destinazione
mi parli di lei, mi dica il suo nome!”
“Sono una terra baciata dal mare
aspettavo qualcuno con cui parlare,
vivo in estate tra bagni e risate
e le mie coste sono salate,
quando l’inverno bussa alle porte
il mio dolore si fa un po’ più forte,
ma chiamami Ustica amico caro
tu mi appartieni, sei tu il mio faro!”
I due parlarono per tante ore
e tra le chiacchiere nacque l’ amore!
Passavano liete le loro giornate
tra giochi racconti e quattro risate,
poi quando a sera era alta la luna
Faro pensava a questa fortuna
di aver trovato un posto incantato
e di sentirsi come rinato.
Da allora Faro capì per benino
cosa si sente nel cuoricino
quando l’amore bussa alle porte
e l’emozione si fa un po’ più forte.
Ustica allora rimase incantata
dalla sua storia illuminata
e ogni volta che Faro parlava
un fascio di luce si illuminava!
Era la luce delle emozioni
quella che ispira fiabe e canzoni,
quella che arriva dritta nei cuori
e traccia la rotta ai viaggiatori
poi nel silenzio produce stupore
come la storia di Faro e del suo Amore.
Daniela Agata Grigliè

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