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Argo e il faro


20-zaninelli
Era mercoledì.
Era mercoledì quando il vecchio Faro, Saro,
si spense.
Vecchiaia?
Incidente?
Attentato?
No.
Saro il Faro si spense
per  tristezza.
Per dirla in Farese …” gli si spezzò  la lampada…”
Saro il Faro si spense
per il suo perduto amore di nome
Argo
un vecchio Cargo
battente bandiera Panamense
e, alle volte, Ginevrina.
Saro e Argo
si conoscevano sin da ragazzi
quando Argo era un potente e moderno Cargo
che solcava senza paura  sia il Mare Al-Bahr al-Buran  che quello di Barens (1 *)
trasportando lento ed inesorabile il suo carico.
Giganteschi cubi
verdi, rossi, ocra, blu.
E Saro un giovane e bellissimo Faro
corteggiato da traghetti, navi da crociera e ricchi panfili
che nelle calde estati lo circondavano navigando leggeri e veloci
solcando mari allegri, turchesi, caldi.
Saro e Argo stimavano, rispettavano e riconoscevano
ognuno il compito importante dell’altro.
Saro punto di riferimento
per ogni navigante
Argo trasportatore indispensabile.
Va da se che dalla stima si passò all’amicizia  e, come alle volte accada, all’amore.
Questo amore nacque piano piano, stagione dopo stagione.
Nei lunghi inverni quando il mare fa piú paura.
Quando il freddo sembra congelare in volo  gli spruzzi delle onde.
In quelle notti di stelle gelide… Argo passava
Carico
Lento
Forte
E Saro lo riconosceva, lo illuminava
e lo salutava con il suo corno da nebbia.
Passavano gli anni.
Argo un po’ arrugginiva
E Saro scrostava e imbiancava
Passavano gli anni.
Argo con il vecchio motore a diesel che sbuffava nero
non navigava più solo e maestoso ma  in colonna con altri cargo
Saro, accompagnato da un Racon (2*),
segnalava la sua presenza.
Passavano gli anni.
I coreani costruirono il piú grande cargo al mondo(3*)
Dotato di gps autonomo…
Argo era superato e
Saro non serviva piú.
Era mercoledì
Il sole era già calato,
quella notte sarebbe passato Argo per un ultimo viaggio.
Saro  lo aspettava.
Si alzò il vento.
Il mare increspò
le onde divennero sempre
piú grandi.
Piú frequenti.
Piú potenti.
40 Nodi era burrasca
47 nodi era burrasca forte
55 nodi era tempesta
63 nodi era
FORTUNALE
Argo si dibatteva
scarrocciava
turbinava
Saro suonava il corno e lanciava disperatamente la sua luce
Un suono una luce-un suono una luce-un suono una luce-
Argo cedette
si spezzò
Il carico rovesciò in mare
Pochi muinuti…
Affondò
Saro non credeva ai suoi occhi accelerò gli specchi roteanti
Per aumentare la frequenza luminosa ed accuì il suono del corno
Uuuuuuoooooooo
Uuuuuuuoooooooo
Uuuuuuuuuooooooo
Silenzio
Il mare continuava la sua battaglia con il vento
Saro rimase muto…la lampada si incrinò, crepò
Buio
L’anima di Saro scivolò lungo le pareti interne del vecchio faro.
Scivolò in mare
Sotto alla tempesta,
ai mulinelli ai gorghi…
Lontano dalle urla del vento
…da ogni confusione.
Non trovarono mai lo scafo  Argo
In quel punto il mare è troppo profondo.
Ma alcuni velisti giurano che lì in quel punto lì
proprio dove è affondato il vecchio Cargo
le notti d’inverno puoi vedere una luce intermittente provenire
fondo del mare
…alle volte sentire un suono…
Martina Zaninelli

(1*) “Bahr al buran” o “mare di Albòran”  è la porzione più occidentale del mar Mediterraneo, mentre il Mare di Barents è una parte del Mare glaciale Artico a nord della Norvegia e della Russia. Brrrr…
(*2) Radar transponder usato per indicare i pericoli per la navigazione marittima. Risponde ai segnali radar sulla medesima frequenza, in carattere morse, e sullo schermo radar.
(*3) Costo 190 milioni di dollari, dimensioni 18.000 teu (unità di misura dei container), lunghezza 59 metri, altezza 73 metri, portata lorda 165 mila tonnellate.


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